Ancora un passo in avanti per la Sindrome di Rett: Scoperta alterazione della popolazione microbica intestinale. Frutto della collaborazione tra l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi, l’Università di Trento e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, è stato pubblicato sulla rivista statunitense Microbiome un lavoro scientifico sulla “alterazione del microbioma intestinale”.
In effetti, è stata studiata la flora batterica intestinale delle pazienti affette da Sindrome di Rett, ed è emersa un’importante alterazione della popolazione microbica intestinale, formata da miliardi di batteri e funghi. Ma perché andare a cercare nell’intestino? Perché gli studi ci dicono che c’è una correlazione tra cervello e ciò che “si trova” nell’intestino; e, quindi, un’infiammazione cronica di quest’ultimo, oltre a causare alterazione funzionale intestinale, causa danni che arrivano su fino al cervello.
“La scoperta di un dismicrobismo – ha dichiarato il dottor Youssef Hayek, direttore della Neuropsichiatria Infantile dell’AOU Senese – può chiaramente spiegare il processo infiammatorio che continuiamo a vedere ripetutamente nella sindrome di Rett, e la stipsi ostinata che aggrava il quadro clinico”.
La scoperta dell’alterazione della popolazione microbica intestinale potrebbe portare ad una terapia complementare probiotica in grado di migliorare la qualità delle piccoli bambine dagli occhi belli e che si spera venga presto messa in pratica.
Segnaliamo che un uguale lavoro è in fase di svolgimento anche presso l’ex facoltà di Biotecnologie dell’Università Federico II di Napoli, e ha coinvolte circa 15 bimbe e ragazze affette da sindrome di Rett della Campania.